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Cosa pensiamo dei social network

Mi è capitato di vedere un documentario interessante su IKEA dove un dirigente diceva: “IKEA non è un’azienda ma una mentalità”. Questa frase mi ha colpito tanto perché, pensandoci bene, è la percezione che ho di IKEA a tutti gli effetti. Riflettendo su questo principio mi sono accorto che è valido anche per noi, 2dispari è una mentalità, una filosofia, un insieme di valori. In ogni nostro articolo, post o pubblicazione esterniamo un pezzetto di quell’insieme. Questo articolo ne è un esempio lampante. Quante agenzia di grafica si espongono dicendoti cosa pensano veramente dei social? La maggior parte ti dice solo che devi esserci, devi avere la tua presenza perché è fondamentale a livello di marketing, tutto per portare acqua al proprio mulino. Anche noi ci occupiamo della gestione dei canali social per le aziende ma ciò non ci impedisce di esprimere i nostri giudizi sinceri a riguardo.

Crediamo che i social network possano offrire enormi vantaggi a patto che non si diventi dipendenti da essi. Preferiamo chi fa due chiacchiere in una sala d’attesa invece di controllare costantemente le notifiche dello smartphone per affrontare la noia. Crediamo che la noia sia una sensazione necessaria per apprezzare il suo contrario come il buio ci fa apprezzare la luce, etc. etc. Odiamo, letteralmente, chi controlla il suo smartphone mentre è a pranzo o a cena in compagnia di altri, o mentre i suoi figli fanno qualcosa che merita la sua attenzione (che secondo noi è praticamente tutto). Se vi rispecchiate in uno degli atteggiamenti sopra elencati non ci crea nessun problema che voi commissioniate il lavoro ad un’altra agenzia creativa perché siamo convinti di poter dare il nostro meglio solo con clienti con cui abbiamo affinità. Siamo convinti che il mercato offra talmente tante opportunità che nessuno sia costretto a stringere accordi commerciali con chi non gli va a genio perché inevitabilmente si creano attriti che portano a sviluppare male i progetti e la creatività.

In questo articolo vogliamo dirvi cosa pensiamo di ogni canale social, uno ad uno.

YouTube

YouTube è il canale social, se lo si può considerare un social network, che preferiamo utilizzare sia da consumatori che da creatori di contenuti. Pensiamo che la qualità dei contenuti sia maggiore rispetto ad altri social, per un semplice motivo: creare video è più complesso di creare semplici post di immagini e testi, per questo chi lo fa affronta delle difficoltà. Chiunque pubblica un contenuto inutile se ci vuole pochissimo a farlo, se invece richiede tempo, come creare un video, ci pensa due volte.

Facebook

Non amiamo le logiche dell’algoritmo di Facebook ma siamo consapevoli che il grosso della partita si gioca ancora su questa piattaforma. Pur avendo come slogan “aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita” la creatura di Zuckerberg non sembra essersi curata troppo della privacy di chi lo ha reso miliardario. Noi non additiamo il “povero” Mark per tutte le disavventure successe ai dati degli utenti, vedi Cambridge Analytica, perché nessuno ha puntato una pistola alla tempia delle facce-libro dicendo di scrivere ogni proprio gusto sulla piattaforma. La gente ama condividere, anche quelli che potrebbero sembrare solamente contenuti superflui come i vari buongiornini-cappuccini! Non si riflette mai su quanto la pubblicazione di post che non lasciano niente nella storia dell’umanità, se non la prova certa che siamo idioti, generi inquinamento perché per pubblicare si invia una richiesta ad un computer lontano kilometri da noi, perciò corrente, quel computer elabora la richiesta, altra corrente, e poi la restituisce a milioni di altri computer che caricano la pagina e che a loro volta consumano corrente. Tutto ciò per dire “Ciao Mondo, un buon giorno si vede dal cappuccino”. Anche questo è “umanità”, è vero, ma ad un certo punto si potrebbe essere un po’ meno umani e un po’ più vulcaniani no?

Instagram

Alla sua nascita ci piaceva molto Instagram, poi è avvenuto il naturale calo biologico, un po’ come i cuccioli di cane che quando crescono continuano a piacerci ma un pochino meno, se non altro perché non hanno più quelle goffe zampotte. Instagram si è riempito di bot (leggi cosa sono i bot) e di contenuti clone, gente che copia gente convinta di diventare la prossima Chiara Ferragni, senza capire che l’impero Ferragni è costruito da ciò che non si vede sul profilo Instagram. Noi utilizziamo Instagram soprattutto per pubblicare il nostro processo di produzione, stampa e personalizzazione, perché pensiamo che siano i nostri contenuti più veloci e quindi più adatti alla natura “scrolla-scrolla” di questo social.

Pinterest

Per degli accumulatori digitali seriali come noi Pinterest è stato la manna dal cielo. Per chi non lo conosce, ancora, è il sostituto della vecchia bacheca di sughero dove si appendevano con spillette degli spunti per poterli riguardare in un secondo momento. Abbiamo salvato nel nostro profilo migliaia di spunti riguardanti qualsiasi nostro interesse: interior design, arte, font, fai da te, etc. etc. Per noi, Pinterest, è una vera e propria droga ma sappiamo che in Italia non viene ancora utilizzato molto, perciò non investiamo in pubblicità su questa piattaforma.

Twitter

Per tanto tempo è stato il nostro social preferito per la sua natura sintetica, pochi caratteri e devi esprimere qualcosa. La sua evoluzione ci ha allontanati, l’aggiunta di immagini e video lo ha snaturato, nella nostra modesta opinione. Il marketing insegna che per accaparrarsi una fetta di un mercato esistente bisogna differenziare il proprio prodotto, Twitter lo faceva benissimo all’inizio: solo testo e corto. Poi? Forse le pressioni degli azionisti o la paura di avere terra bruciata intorno a se dopo gli acquisti da parte di Mark, prima di Instagram poi di Whatsapp, lo hanno portato ad uniformarsi e ad aggiungere confusione in quello che era il social più “pulito” di tutti. Ormai è fondamentalmente la piattaforma di politici, vip (perlopiù americani) e notizie dell’ultimo secondo (come disastri e catastrofi naturali). L’ultima volta che ho sentito una scossa sismica durante la notte ho usato Twitter per verificare se era stato solo un sogno o la terra aveva veramente tremato. Per un’azienda in Italia non vediamo grandi sbocchi grazie a Twitter, la sola strategia che ci sentiamo di suggerire è pubblicare link agli articoli del blog aziendale.

Linkedin

Se pensi al lavoro Linkedin è la piattaforma, non a caso è stato acquisito di recente da Microsoft. Noi riproponiamo qui i contenuti creati principalmente per gli altri canali non perché non crediamo in questa piattaforma ma solamente perché sappiamo che è meglio spendere le proprie energie sui canali che si preferiscono perché i contenuti verranno di conseguenza di qualità ed è meglio essere Leader in un solo social che mediocri in tutti.

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